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Come si vede nella foto a sinistra l'Istrice è dotato di un folto mantello di lunghi aculei, che utilizza come difesa contro eventuali nemici. Nei viottoli e nei campi vicino casa è frequente trovare qualche aculeo caduto a terra (vedi la foto precedente). Ciò testimonia della presenza dell'animale, che altrimenti sarebbe raramente avvistabile.(Bibliografia [7])



Altro animale che si muove prevalentemente di notte è il Cinghiale (sopra a sinistra), di tanto in tanto - specie nella stagione estiva- è però possibile scorgerne qualcuno attraversare i campi in pieno giorno. In genere di giorno questi animali se ne stanno rintanati nel fitto della boscaglia; amano rivoltarsi nel fango di qualche fosso o di qualche pozzanghera, dopo essersi ricoperti con uno spesso strato lo lasciano seccare un po', quindi se lo tolgono grattandosi energicamente contro il tronco rugoso di qualche quercia (nella foto sopra a destra si nota il fango secco lasciato sulla corteccia). In questo modo mantengono pulito il pelo e si liberano dei parassiti esterni.


Il Riccio (a sinistra un giovane) non è più specie tanto comune: purtroppo è molto facile vederlo schiacciato dalle auto sulle strade asfaltate di grande traffico. Ha anch'esso abitudini prevalentemente crepuscolari e quando è minacciato si avvolge completamente su sè stesso diventando inattaccabile grazie ad una protezione di fitti e corti aculei. Col suo musetto robusto e le zampe dotate di forti unghie rovista senza sosta sotto le foglie e sul terreno alla ricerca di cibo, costituito in prevalenza da insetti, lumache e vermi, ma non disdegna anche qualche bacca o frutto. In inverno i Ricci vanno in letargo riparandosi in un nido fatto di foglie secche.(Bibliografia [10])




Un piccolissimo abitatore della nostra macchia è il Moscardino. La testa e il corpo misurano 6/9 cm, la coda 5/7 cm; appartiene alla famiglia dei ghiri e ne è il più piccolo rappresentante in Europa. Nella foto a sinistra un tipico nido di questa specie rinvenuto nel fitto sottobosco della nostra macchia, dentro una spinosa pianta denominata (Bibliografia [6]) volgarmente stracciabraca (Smilax aspera). Si nota che il nido è costruito con tante striscioline di corteccia ricavate da piante di pungitopo (Ruscus Aculeatus). Il M. si nutre in prevalenza di ghiande di Cerro e Roverella.

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